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PROLOGO 30 ñòîð³íêà

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Il Sikorsky passo rasente la distesa di tetti di Kalorama Heights, seguendo le coordinate fornite dalla squadra d'appoggio. L'agente Simkins fu il primo a individuare l'Escalade nero parcheggiato in qualche modo sul prato di fronte a un palazzo. Il cancello del vialetto era chiuso, la casa silenziosa, le luci erano spente.

Sato diede il segnale di scendere.

L'elicottero fece un atterraggio di fortuna sul prato di fronte alla casa, in mezzo ad altri veicoli tra cui una berlina con un lampeggiante sul tettuccio.

Simkins e il resto della squadra scesero con un balzo, armi in pugno, e si precipitarono verso il porticato. Trovarono la porta dell'ingresso principale chiusa, cosi Simkins appoggio le mani a coppa sul vetro di una finestra e guardo all'interno. L'atrio era buio, ma lui riusci a intravedere ugualmente la sagoma indistinta di un corpo a terra.

«Merda» sussurro. «E Hartmann.»

Uno dei suoi agenti prese una sedia dal porticato e la scaglio contro il bovindo. Il rumore dei vetri infranti si udi appena, sovrastato dal rombo dell'elicottero dietro di loro. Qualche secondo piu tardi, erano tutti dentro. Simkins corse nell'atrio e si inginocchio vicino a Hartmann per sentirgli il polso. Niente. Cera sangue dappertutto. Poi vide il cacciavite piantato nella gola del collega.

Cristo. Si alzo e fece cenno ai suoi uomini di perlustrare la casa.

Gli agenti si sparpagliarono in tutte le stanze del pianterreno, i mirini laser delle armi fendevano il buio della lussuosa abitazione. In soggiorno e nello studio non trovarono niente, ma in sala da pranzo, con grande sorpresa, scoprirono una guardia di sicurezza, una donna, strangolata. Simkins stava rapidamente perdendo ogni speranza di ritrovare vivi Robert Langdon e Katherine Solomon. Era evidente che quel killer brutale aveva teso loro una trappola; se era riuscito a uccidere un agente della CIA e una guardia di sicurezza armata, pareva evidente che un professore e una scienziata non avrebbero avuto alcuna possibilita di cavarsela.

Dopo aver perlustrato il pianterreno, Simkins mando due agenti a controllare di sopra mentre lui scendeva nello scantinato da una scala vicino alla cucina. Arrivato in fondo, accese la luce. Il locale era spazioso e immacolato, come se non venisse mai usato. Caldaia, muri spogli, qualche scatola. Qui non c'e proprio niente. Simkins risali in cucina nel momento in cui i suoi uomini tornavano dal piano di sopra, scuotendo la testa.

La casa era deserta.

Non c'era nessuno e non si vedevano altri cadaveri.

Simkins comunico via radio a Sato il cessato allarme e il triste bilancio.

Arrivando nell'atrio, Simkins si accorse che Sato stava gia salendo le scale del porticato. Warren Bellamy era visibile dietro di lei, seduto solo e confuso nell'elicottero, con la valigetta in titanio di Sato ai suoi piedi. Il computer portatile consentiva al direttore d e l l 'O S di accedere al sistema informatico della C I A da ogni parte del mondo, attraverso collegamenti satellitari criptati. Quella sera l'aveva usato per mostrare a Bellamy alcune informazioni che l'avevano sconvolto al punto di convincerlo a collaborare. Simkins non aveva la minima idea di quello che aveva visto Bellamy, ma, qualunque cosa fosse, l'architetto era parso visibilmente scioccato e dava l'idea di non essersi ancora ripreso.

Quando Sato entro nell'atrio, si soffermo un attimo con la testa china per guardare il cadavere di Hartmann, poi alzo gli occhi e fisso Simkins. «Nessuna traccia di Langdon o Katherine? O di Peter Solomon? »

Simkins scosse la testa. «Se sono ancora vivi, li ha portati via con se.»

«Ha trovato un computer in casa?»

«Si, direttore. Nello studio. »

«Me lo mostri.»

Simkins fece strada a Sato in soggiorno. La morbida moquette era ricoperta di schegge di vetro della finestra del bovindo. Passarono davanti a un caminetto, a un grande dipinto e a diverse librerie prima di arrivare alla porta dello studio. Entrarono nella stanza rivestita di legno, dove c'era una scrivania antica con sopra un grosso monitor. Sato giro intorno alla scrivania per dare un'occhiata e subito si acciglio.

«Maledizione» disse sottovoce.

Anche Simkins fece il giro e guardo lo schermo. Era spento. «Cosa c'e che non va?»

Sato indico una docking station vuota sul piano. «Usa un portatile e l'ha preso con se.»

Simkins non riusciva a seguirla. «Ha delle informazioni che lei vuole vedere?»

«No» rispose Sato. «Ha delle informazioni che nessuno deve vedere.»

Di sotto, nella parte segreta dello scantinato, Katherine Solomon aveva sentito il rumore dell'elicottero seguito dall'infrangersi dei vetri e dai passi pesanti sul soffitto sopra di lei. Aveva cercato di gridare per chiedere aiuto, ma la pezza in bocca gliel'aveva impedito. Riusciva a malapena a emettere qualche debole suono. E piu ci provava, piu il sangue scorreva veloce lungo il suo gomito.

Faceva fatica a respirare e le girava la testa.

Sapeva che doveva calmarsi. Ragiona, Katherine. Con tutta la sua buona volonta, cerco di costringersi a raggiungere uno stato meditativo.

La mente di Langdon galleggiava nel vuoto dello spazio. Scrutava nel nulla infinito, cercando qualche punto di riferimento. Non ne trovo.

Buio totale. Silenzio totale. Pace totale.

Non c'era nemmeno la forza di gravita a indicargli quale fosse l'alto.

Il suo corpo non c'era piu.

Questa dev'essere la morte.

Il tempo sembrava deformarsi, allungandosi e comprimendosi come se non riuscisse a orientarsi in quel luogo. Langdon aveva perso la nozione di quanto ne fosse passato.

Dieci secondi? Dieci minuti? Dieci giorni?

D'un tratto, pero, come violente esplosioni lontane, in una galassia sperduta, cominciarono a materializzarsi i ricordi, che fluttuavano verso di lui come onde d'urto che si propagassero in un nulla immenso.

E di colpo comincio a ricordare. Le immagini lo avvolsero ... vivide e inquietanti. Lui stava guardando un volto coperto di tatuaggi. Due mani forti gli sollevavano la testa e gliela sbattevano a terra.

Uno scoppio di dolore ... e poi solo oscurita.

Una luce grigia.

Pulsante.

Una manciata di ricordi. Langdon, ancora semincosciente, veniva trascinato giu, sempre piu giu. Il suo aguzzino stava cantando qualcosa.

Verbum significatium ... Verbum omnificum ... Verbum perdo.

Sato, da sola nello studio, era in piedi ad aspettare che la divisione immagini satellitari della CIA esaminasse la sua richiesta. Uno dei privilegi di lavorare nell'area della capitale era la copertura fornita dai satelliti. Con un po 'di fortuna, uno di essi avrebbe potuto essere posizionato favorevolmente e aver scattato delle foto a quella casa nelle ore precedenti ... e magari sorpreso un veicolo che si allontanava da li una mezz'ora prima.

«Mi dispiace, direttore» le disse un tecnico dalla centrale. «Nessuna copertura di queste coordinate, stasera. Vuole fare una richiesta di riposizionamento? »

«No, grazie. Troppo tardi. »

Sato sbuffo, non avendo la minima idea di come fare per scoprire dove fosse andato il loro obiettivo. Si diresse verso l'atrio, dove i suoi uomini avevano gia infilato in un sacco il corpo dell'agente Hartmann e lo stavano portando verso l'elicottero. Sato aveva ordinato all'agente Simkins di radunare la squadra e prepararsi per tornare a Langley, ma vide che lui in quel momento era carponi sulla moquette del soggiorno. Sembrava quasi che stesse male.

«Tutto bene?»

Simkins alzo lo sguardo, con una strana espressione in viso. «Ha visto questo?» Indico la folta moquette.

Sato si avvicino e la esamino con attenzione, poi scosse il capo.

«Si inginocchi» le disse Simkins. «Guardi il pelo della moquette.»

Lei obbedi e dopo qualche istante se ne accorse: sembrava che le fibre fossero state schiacciate ... appiattite lungo due linee rette come se qualche aggeggio pesante a due ruote fosse stato spinto in quella stanza.

«La cosa davvero strana» spiego Simkins «e dove vanno a finire i solchi.» Indico con un dito.

Sato segui con lo sguardo le leggere linee parallele che attraversavano la moquette del soggiorno. I solchi sembravano sparire dietro un grande quadro che occupava in altezza tutta la parete di fianco al caminetto. Ma che diavolo ...?

Simkins si avvicino al dipinto e cerco di staccarlo dalla parete. Non si mosse. «E fissato» disse facendo scorrere le dita sulla cornice. «Aspetti, qui sotto c'e qualcosa.» I polpastrelli sfiorarono una levetta nel bordo inferiore e si udi un clic.

Sato fece un passo avanti quando Simkins spinse il quadro, che ruoto lentamente sul suo asse centrale, come una porta girevole.

Simkins alzo la torcia elettrica e illumino lo spazio buio al di la.

Sato socchiuse gli occhi. Ecco fatto.

Alla fine di un breve corridoio c'era una pesante porta di metallo.

Cosi com'erano venuti, i ricordi che avevano fluttuato nella mente ottenebrata di Langdon se n'erano andati. Nella loro scia turbinava adesso una fila di scintille incandescenti, accompagnate dal solito sussurro distante e misterioso.

Verbum significatium ... Verbum omnificum ... Verbum perdo ...

Come il borbottare monotono di voci in un cantico medievale.

Verbum significatium ... Verbum omnificum ... Le parole ora rimbalzavano attraverso il vuoto, mentre tutto intorno a lui si succedevano gli echi di voci nuove.

Apocalisse ... Franklin ... Apocalisse ... Verbum ... Apocalisse ...

Senza alcun preavviso, una campana a lutto comincio a suonare in lontananza. I rintocchi si fecero via via piu frenetici, come se sperassero che Langdon capisse, quasi volessero incitare la sua mente a seguirli.

I rintocchi della campana nella torre dell'orologio echeggiarono per tre minuti buoni, facendo vibrare il lampadario di cristallo sospeso sulla testa di Langdon. Qualche decennio prima, lui aveva frequentato le lezioni in quell'aula magna alla Phillips Exeter Academy, a cui era molto affezionato. Quel giorno, invece, era andato li per ascoltare il discorso agli studenti tenuto da un caro amico. Mentre le luci si abbassavano, Langdon prese posto vicino alla parete di fondo, sotto un pantheon di ritratti dei rettori.

Un mormorio serpeggio fra i presenti.

Nel buio piu assoluto, una sagoma alta attraverso il palco e sali sul podio. "Buongiorno" sussurro nel microfono la voce senza volto.

Tutti allungarono il collo cercando di vedere chi fosse a parlare.

Un proiettore si accese rivelando una sbiadita fotografia seppiata: un favoloso castello con la facciata di arenaria rossa, alte torri squadrate e decorazioni gotiche.

L'ombra prese di nuovo la parola. "Chi sa dirmi dove si trova questo castello?"

"In Inghilterra!" esclamo una ragazza nell'oscurita. "La facciata contiene elementi di stile pregotico e tardo romanico, dai quali si deduce che si tratta di un tipico castello normanno, costruito in Inghilterra intorno al dodicesimo secolo."

"Uau" rispose la voce senza volto. "Qualcuno qui la sa lunga in fatto di architettura."

Mormorii sommessi tutt'intorno.

"Peccato" aggiunse l'ombra "che lei abbia sbagliato di quasi cinquemila chilometri e di oltre mezzo millennio."

La sala si rianimo.

Sulla parete venne proiettata una fotografia recente, a colori, dello stesso castello, ripreso da una diversa angolazione. Le torri in arenaria di Seneca Creek dominavano l'immagine in primo piano, ma sullo sfondo, incredibilmente vicina, si stagliava la maestosa cupola bianca a colonnati del Campidoglio.

"Aspetti un attimo!" salto su la ragazza. "A Washington c'e un castello normanno?"

"Dal 1 855" rispose la voce. "L'epoca in cui e stata scattata la prossima foto."

Apparve una nuova diapositiva, in bianco e nero, che ritraeva un'immensa sala da ballo con il soffitto a volta, arredata con scheletri di animali, vetrinette con esposti strumenti scientifici, vasi di vetro contenenti campioni biologici, reperti archeologici e calchi in gesso di rettili preistorici.

"Questo meraviglioso castello" spiego la voce "e stato il primo vero museo di scienze in America. Fu donato agli Stati Uniti da un ricco scienziato britannico che, come i nostri padri fondatori, era convinto di una cosa: il nostro paese, che muoveva allora i primi passi, sarebbe potuto diventare una terra illuminata. Lascio in eredita ai nostri padri un'incredibile fortuna e chiese loro di costruire nel cuore della nostra nazione 'un'istituzione per la crescita e la diffusione del sapere'. " Ci fu una lunga pausa. "Chi sa dirmi il nome di questo generoso scienziato?"

Una timida voce nelle prime file azzardo una risposta. "James Smithson? "

Un sussurro di approvazione serpeggio tra i presenti.

"Proprio lui" rispose l'uomo sul podio. Peter Solomon a quel punto fece un passo avanti, in una zona illuminata, e gli occhi grigi si guardarono intorno divertiti. "Buongiorno, mi chiamo Peter Solomon e sono il segretario generale dello Smithsonian Institution."

Gli studenti gli fecero un caloroso applauso.

Nella penombra, Langdon guardava ammirato Peter che catturava l'attenzione di quelle giovani menti con un tour fotografico degli albori dello Smithsonian. Lo show cominciava con lo Smithsonian Castle, i suoi laboratori scientifici nel seminterrato, i reperti in mostra nei corridoi, un salone pieno di molluschi, scienziati che si definivano "curatori di crostacei" e persino una vecchia foto dei due abitanti piu famosi del castello: una coppia di gufi ormai defunti che si chiamavano Diffusione e Progresso. La proiezione di diapositive durava mezz'ora e terminava con un'impressionante foto satellitare del National Mall, lungo il quale oggi si allineavano importanti musei dello Smithsonian.

"Come ho detto all'inizio" affermo Solomon in conclusione "James Smithson ei nostri padri fondatori prefiguravano il nostro grande paese come una terra illuminata. Credo che oggi ne sarebbero orgogliosi. Il loro famoso Smithsonian Institution, situato proprio nel centro nevralgico della nazione, rappresenta il simbolo della scienza e del sapere. E un tributo vivente, pulsante e attivo, al sogno dei nostri padri di un'America fondata sui principi della conoscenza, della saggezza e della scienza. "

Nell'istante in cui Solomon spense il proiettore, dal pubblico parti un applauso scrosciante. Nell'aula magna si alzarono le luci, insieme a decine di mani che fremevano per porre domande.

Solomon diede la parola a un giovane, piccolo e con i capelli rossi, al centro dell'uditorio.

"Professor Solomon" esordi il ragazzo in tono perplesso "lei ha detto che i nostri padri fondatori fuggirono dalle repressioni religiose in Europa per fondare una nazione basata sul progresso scientifico."

"Esatto."

"Ma ... io ho sempre pensato che i nostri padri fondatori fossero persone devote e religiose, che hanno creato l'America ispirandola ai principi di una nazione cristiana. "

Solomon sorrise. "Amici miei, non fraintendetemi: i nostri padri fondatori erano persone profondamente religiose, pero erano deisti, uomini che credevano in Dio, ma in un modo an tidogmatico e mentalmente aperto. L'unico ideale religioso che propugnavano era la liberta di religione. "Prese il microfono dal piedistallo e si avvicino al bordo del palco." I padri fondatori dell'America perseguivano un'utopia spiritualmente illuminata nella quale liberta di pensiero, educazione delle masse e progresso scientifico avrebbero rimpiazzato l'oscurantismo delle superstizioni religiose ormai datate. "

Una ragazza bionda nelle ultime file alzo la mano.

"Si?"

"Professore" disse la giovane tenendo in alto il cellulare "ho cercato il suo nome in internet, e su Wikipedia c'e scritto che lei e un illustre massone."

Solomon mostro il suo anello massonico. "Avrei potuto risparmiarle il costo del collegamento."

Gli studenti si misero a ridere.

"Si, be '" insistette la ragazza, piu titubante "lei ha appena accennato alle' superstizioni religiose datate ', pero mi sembra che se c'e qualcuno responsabile di diffondere superstizioni datate, questi sono proprio i massoni. "

Solomon non parve turbato da quell'osservazione. "Ah, si? E in che modo?"

"Be ', ho letto molto sulla massoneria e so che avete un sacco di strani rituali e credenze. C'e addirittura un articolo online dove si dice che i massoni credono nel potere di un qualche antico sapere magico ... che puo elevare gli uomini al rango di dei. "

Tutti si girarono a guardare la ragazza come se fosse impazzita.

"In effetti" ammise Solomon "lei ha ragione."

Gli studenti tornarono a voltarsi di scatto verso il palco, con gli occhi sgranati.

Solomon soffoco un sorriso. «Il suo articolo offre qualche altra perla di wikisaggezza su questi saperi magici, signorina?»

Adesso la giovane sembrava a disagio, pero comincio lo stesso a citare dal sito web: "Per assicurarsi che di queste straordinarie conoscenze non abusassero persone indegne, i primi adepti le trascrissero in codice ... rivestendo quella grande verita con un linguaggio metaforico fatto di simboli, miti e allegorie. Ancora oggi questo sapere criptato ci circonda ... nascosto nella nostra mitologia, nell'arte e nei testi occulti di tutte le epoche. Sfortunatamente, l'uomo moderno ha perso la capacita di decifrare questo complesso intreccio di simbolismi ... e la grande verita e andata perduta ' ".

Solomon aspetto. "Tutto qui?"

La ragazza si agito sulla sedia. "In effetti, ci sarebbe dell'altro."

"Vorrei ben sperare. La prego ... vada avanti."

La studentessa parve esitare, ma dopo un attimo si schiari la voce e continuo: ' "Secondo la leggenda, i saggi che in un lontano passato trascrissero in codice gli antichi misteri lasciarono una specie di chiave ... una password che poteva essere usata per decifrare i segreti criptati. Si dice che questa parola magica, nota come verbum significatium, abbia il potere di sconfiggere le tenebre e svelare gli antichi misteri, mettendoli a disposizione dell'umana comprensione ' ".

Solomon sorrideva con aria meditabonda. "Ah, si ... il verbum significatium. " Fisso per un momento nel vuoto, poi abbasso di nuovo lo sguardo sulla ragazza bionda. "E dove sarebbe, adesso, quella meravigliosa parola? "

La giovane ora sembrava in ansia, ed era chiaro che si era pentita di aver provocato l'ospite. Fini di leggere. ' "Secondo la leggenda il verbum significatium e sepolto sottoterra, dove attende pazientemente il momento storico opportuno ... in cui l'umanita non potra piu sopravvivere senza la verita, le conoscenze e la saggezza dei secoli. In questo oscuro frangente, l'umanita disseppellira finalmente la Parola e proclamera una nuova epoca meravigliosa di illuminismo. ' "

La ragazza chiuse il telefono e si rincantuccio nella sua sedia.

Dopo un lungo silenzio, un altro studente alzo la mano. "Professor Solomon, lei non ci crede davvero, giusto? "

Solomon sorrise. "E perche no? Le nostre mitologie hanno una lunga tradizione di parole magiche che assicurano la conoscenza ei poteri divini. Ancora oggi i bambini gridano 'abracadabra' nella speranza di far materializzare qualcosa dal nulla. Ovviamente, nessuno si ricorda piu che questa parola non e uno scherzo; ha radici nell'antico misticismo aramaico: Avrah KaDabra, che significa 'creero mentre parlo'. "

Silenzio.

"Ma, professore" insistette il ragazzo "lei non puo davvero credere che una singola parola ... questo verbum significatium ... qualunque cosa sia ... abbia il potere di svelare antiche conoscenze e illuminare il mondo intero ... "

Il volto di Peter Solomon era una maschera di impassibilita. "Quello che credo io non dovrebbe preoccuparla. Dovrebbe importarle invece che questa profezia di una prossima rivelazione si ritrova praticamente in tutte le tradizioni religiose e filosofiche della terra. Gli induisti la chiamano Krita-Yuga, l'eta della verita, gli astrologi l ' eta dell'Acquario, gli ebrei descrivono la venuta del messia, i teosofi la definiscono new age, i cosmologi convergenza armonica, e ne predicono la data esatta. "

"Il 21 dicembre 2012?" grido qualcuno.

"Si, vicino in modo inquietante ... se credete nella matematica maya."

Langdon sorrise ripensando a come Solomon, dieci anni prima, avesse correttamente previsto l'attuale invasione di speciali televisivi che profetizzavano la fine del mondo nell'anno 2012.

"A parte ogni previsione temporale" riprese Solomon "trovo meraviglioso il fatto che, nel corso della nostra storia, le piu disparate dottrine filosofiche elaborate dall'uomo abbiano concordato tutte su una cosa: che sta arrivando il momento di una grande rivelazione. In ogni cultura, in ogni epoca, in ogni angolo del mondo il sogno umano si e focalizzato sempre sullo stesso concetto: l'imminente apoteosi dell'uomo ... l'incombente trasformazione della mente umana secondo le sue vere potenzialita. " Sorrise. "In che modo si potrebbe spiegare un tale sincronismo di credenze?"

"La verita " disse piano una voce tra il pubblico.

Solomon si giro. "Chi ha parlato?"

La mano che si alzo apparteneva a un esile ragazzo asiatico i cui lineamenti delicati suggerivano un'origine nepalese o tibetana. "Magari c'e una verita universale nascosta nella nostra anima. Forse noi tutti abbiamo la stessa storia sepolta dentro, come una costante condivisa del nostro DNA. Forse questa verita collettiva e responsabile del percorso simile delle nostre storie. "

Solomon, raggiante, giunse le mani e con riverenza accenno un inchino al ragazzo. "Grazie."

Nessuno fiatava.

"La verita" ripete Solomon. "La verita e potente. Se noi tutti gravitiamo verso idee simili, forse lo facciamo perche queste idee sono vere ... incise in profondita dentro di noi. E quando ascoltiamo la verita, anche se non la capiamo, la sentiamo risuonare in noi. .. vibrare all'unisono con la nostra saggezza inconscia. Forse non apprendiamo la verita, piuttosto la ri-chiamiamo ... la ri-cordiamo ... la ri-conosciamo ... per quella che gia esisteva in noi. "

Nella sala regnava un silenzio assoluto.

Solomon lascio che quel concetto sedimentasse per qualche secondo, poi disse pacatamente: "In conclusione, mi sento in dovere di avvertirvi che svelare la verita non e mai facile. Nel corso della storia, ogni periodo di illuminazione e stato accompagnato dall'oscurantismo, che preme nella direzione opposta. Tali sono le leggi della natura e dell'equilibrio. E se consideriamo l'oscurita che si diffonde nel mondo oggi, dobbiamo renderci conto che esiste anche una luce equivalente che cresce. Stiamo entrando in un grande periodo di illuminazione e voi ... tutti noi ... siamo profondamente fortunati a vivere in questo momento cruciale della storia. Fra tutte le persone che sono vissute su questa terra, in tutte le epoche ... proprio noi esistiamo in questo breve intervallo di tempo durante il quale saremo testimoni della nostra rinascita finale. Dopo millenni di tenebre, assisteremo a come le nostre scienze, le nostre menti e persino le nostre religioni sveleranno la verita ".

Solomon stava per ricevere uno scroscio di applausi quando alzo una mano per chiedere silenzio.

"Signorina?" Indico senza indugi la biondina polemica con il cellulare, nelle ultime file. "Mi rendo conto che io e lei non siamo molto d'accordo, ma vorrei comunque ringraziarla. La sua passione e un importante catalizzatore per i cambiamenti che avverranno. L'oscurantismo si nutre di apatia ... e la convinzione e il nostro antidoto piu potente. Continui a studiare la sua religione. Studi la Bibbia. " Sorrise. "Soprattutto le pagine finali."

"L'Apocalisse?"

"Certamente. L'Apocalisse e un esempio vibrante della nostra verita condivisa. L'ultimo libro della Bibbia racconta una storia identica a quella di innumerevoli altre tradizioni. Tutte predicono l'imminente rivelazione di grandi conoscenze. "

"Ma l'Apocalisse non riguarda la fine del mondo?" chiese qualcun altro. «Cioe, l'Anticristo, Armageddon, la battaglia finale tra il bene e il male ..."

Solomon rise. «Chi studia il greco qui?»

Parecchie mani si alzarono.

"Che cosa significa letteralmente la parola 'apocalisse'?"

"Significa ..." inizio a dire uno studente, poi si interruppe, come stupito. "Apokalyptein in greco significa 'svelare' ... o 'rivelare'. "

Solomon fece al ragazzo un cenno di approvazione. "Esatto. L'Apocalisse e letteralmente una rivelazione. Chiamato anche Libro della Rivelazione, predice appunto il disvelamento di una grande verita e di un sapere inimmaginabile. L'Apocalisse non e la fine del mondo, ma piuttosto la fine del mondo come noi lo conosciamo. La profezia dell'Apocalisse e solo uno dei meravigliosi messaggi della Bibbia che sono stati travisati. "Si avvicino al fronte del palco." Credetemi, l'Apocalisse sta arrivando ... e non sara per niente uguale a come ce l'hanno insegnata . "

In alto, sopra la sua testa, la campanella comincio a suonare.

Gli studenti, un po 'sconcertati, scoppiarono in un applauso entusiasta e fragoroso.

Katherine Solomon stava quasi per perdere conoscenza quando fu riscossa dall'onda d'urto di un'esplosione assordante.

Qualche istante dopo, senti odore di fumo.

Le fischiavano le orecchie.

C'erano voci smorzate. Distanti. Grida. Passi. D'un tratto si accorse che respirava meglio. Qualcuno le aveva tolto lo straccio di bocca.

«E salva» le sussurro una voce di uomo. «Tenga duro.»

Si aspettava che lui le sfilasse l'ago dal braccio, invece stava gridando ordini.

«Portate la borsa medica ... attaccate una flebo all'ago ... iniettatele del Ringer lattato ... prendetele la pressione.» Mentre l'uomo cominciava a controllarle i parametri vitali, le chiese: «Signora Solomon, chi le ha fatto questo ... dov'e andato? ».

Katherine si sforzo di parlare, ma non ci riusci.

«Signora Solomon» ripete la voce. «Dov'e andato?»

Quando Katherine cerco di aprire gli occhi, si senti svenire.

«Abbiamo bisogno di sapere dov'e andato» insistette l'uomo.

In risposta, lei sussurro tre parole, benche sapesse che non avevano senso. «La ... montagna ... sacra ...»

Sato scavalco la porta d'acciaio divelta e scese una rampa che portava in uno scantinato.

Un agente la aspettava in fondo. «Direttore, credo che le interessera vedere una cosa.»

Sato lo segui in una stanzetta a cui si accedeva dallo stretto corridoio. Il locale era illuminato a giorno e spoglio, a parte un mucchio di vestiti per terra. Lei riconobbe la giacca di tweed e i mocassini di Langdon.

L'agente indico un grosso contenitore, simile a una bara, appoggiato alla parete di fronte.

Ma che diavolo e?

Sato si accosto al contenitore e si accorse che era alimentato da un tubo di plastica trasparente che correva lungo il muro. Guardinga, si avvicino ancora di piu e vide che sul coperchio c'era uno sportellino scorrevole. Lo fece scivolare da un lato e scopri una finestrella simile a un oblo.




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